SARANNO I BOND A SVOLGERE IL LAVORO DELLE BANCHE CENTRALI: COSA VUOL DIRE?
Buongiorno a tutti.
Nel biennio 2022-2023, la politica monetaria è stata
il tema preponderante nei mercati finanziari. Nonostante la convinzione diffusa
che l’inasprimento monetario abbia toccato il suo culmine, l’aumento dei
rendimenti obbligazionari continueranno a “giocare sporco”, fornendo un
sostegno a Jerome Powell. Ma cosa significa esattamente? Questa analisi mira a
fare chiarezza su questo punto. Questi e tanti altri concetti sono presenti all’interno
del mio libro per Hoepli “Investire in obbligazioni for dummies”.
Ho realizzato un video di approfondimento dell’analisi
per coloro che desiderano esplorare ulteriormente questi argomenti. Detto
questo, vi auguro una piacevole lettura!
1. COME LE BANCHE CENTRALI CATALIZZANO L’INTENSITA’
DELL’ECONOMIA
La banca centrale è
senza dubbio il motore principale dell’intensità di un’economia, con
l’obiettivo primario di mantenere stabili i prezzi, o in altre parole, di
controllare il livello di inflazione. Ma come raggiunge questo obiettivo?
Andiamo avanti passo dopo passo.
Consideriamo due
scenari:
·
Un’impresa
agricola ha bisogno di denaro per acquistare un trattore per aumentare il suo
raccolto
·
Alcuni
consumatori hanno bisogno di denaro per acquistare una casa, una automobile e
per partire in viaggio
A chi si rivolgeranno
per ottenere il capitale necessario? Come illustrato nella figura successiva,
si rivolgeranno ad una banca commerciale. Questa fornirà liquidità sotto forma
di prestiti e, come è noto, trarrà profitto da un tasso di interesse che
applicherà sui prestiti concessi. A questo punto, l’impresa agricola acquisterà
il trattore e aumenterà il raccolto, mentre i consumatori acquisteranno la
casa, l’automobile e partiranno in viaggio.
Il ruolo di una banca
commerciale e gli interessi sui prestiti
Esiste tuttavia una “banca” delle banche: si tratta
della banca centrale, come la FED negli Stati Uniti o la BCE in Europa. Le
banche “più piccole” solitamente prendono in prestito denaro dalle banche
centrali per vari scopi, principalmente per avere risorse sufficienti per
soddisfare le esigenze dei loro clienti e per garantire la stabilità del
sistema bancario. Questi prestiti, che sono tipicamente a brevissimo termine,
comportano un costo che corrisponde al tasso di interesse applicato dalla banca
centrale, noto come “tasso di sconto”.
La banca centrale e il tasso
di sconto
È proprio attraverso il
tasso di sconto che la banca centrale controlla l’intensità economica. Per
comprendere meglio questo concetto, analizziamo la figura precedente e quella
successiva, descrivendole nel dettaglio.
Una situazione di
inasprimento della politica monetaria
Nella prima figura, la banca commerciale ottiene un
prestito di 10 e restituisce 15. Nella seconda figura, l’importo del prestito
alla banca commerciale rimane invariato, 10, ma la restituzione aumenta a 20.
Quindi, cosa cambia tra le due figure? Nella seconda figura, la banca centrale
ha adottato una politica monetaria più rigida, aumentando i tassi di interesse
per le banche commerciali.
In un contesto come
quello proposto, come reagiranno le banche commerciali? La risposta è semplice
e può essere dedotta osservando il grafico precedente: per preservare un
margine di interesse adeguato, aumenteranno a loro volta i tassi di interesse
su mutui, prestiti e finanziamenti.
Quello che ho appena descritto è il meccanismo
attraverso il quale una banca centrale regola l’intensità economica, noto come
trasmissione della politica monetaria. Se desiderate un’analisi più
dettagliata di questo concetto, vi suggerisco di guardare il video in cui
commenterò le due grafiche successive.
Tassi di interesse e ciclo economico
Ciclo economico,
investimenti di famiglie e imprese e consumi
2. PERCHE’ I
RENDIMENTI DELLE OBBLIGAZIONI SALGONO ALL’AUMENTO DEI TASSI DI INTERESSE?
È un dato di fatto che
un incremento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve si riflette
in un aumento dei rendimenti obbligazionari. Questa correlazione positiva tra
tassi di interesse e rendimenti dei bond è chiaramente illustrata nelle due
grafiche seguenti.
La correlazione positiva tra
tassi di interesse e rendimento del decennale americano. Grafico mensile
La correlazione positiva tra
tassi di interesse e rendimenti dei corporate bond di rating BBB. Grafico
mensile
La questione che sorge spontanea è: come mai un
aumento dei tassi di interesse comporta una diminuzione del prezzo delle
obbligazioni e un conseguente incremento dei loro rendimenti? Per trovare una
risposta a questo interrogativo, diamo uno sguardo alla grafica seguente:
Tassi di interesse all’1%
Consideriamo un momento X in cui il tasso di
interesse impostato dalla banca centrale è dell’1%. In questo contesto, nel
mercato secondario, avremmo una serie X di obbligazioni, denominate “A”, che
propongono un rendimento dell’1% (ricordiamo: solitamente, il rendimento dei
bond segue quello della banca centrale). Di conseguenza, gli investitori inizieranno
ad acquistare queste obbligazioni. Immaginiamo ora, come mostrato nella figura
seguente, che la banca centrale decida di elevare i tassi di interesse dall’1%
al 2%.
Tassi di interesse al 2%
In questa nuova situazione, gli investitori
sarebbero attratti dalle nuove obbligazioni, chiamate “B”, che offrono un
rendimento doppio rispetto alle obbligazioni A. Quale sarà la loro mossa?
Probabilmente venderanno le obbligazioni A precedentemente detenute per
acquistare le obbligazioni B dal rendimento superiore. Di conseguenza, il
prezzo delle vecchie obbligazioni A diminuirà e, data la relazione inversa, il
loro rendimento aumenterà (questo spiega il deprezzamento di alcuni ETF
obbligazionari come TLT). Alla fine, il mercato troverà un equilibrio, con le
obbligazioni A e B che offriranno lo stesso rendimento.
Tuttavia, potrebbe sorgere un dubbio: perché Stati e società
dovrebbero emettere debito a un tasso di interesse più elevato? In altre
parole, è vero che i tassi di interesse aumentano, ma perché un aumento dei
tassi di interesse dovrebbe comportare un aumento dei rendimenti dei bond? Gli
emittenti non potrebbero semplicemente continuare a emettere “a basso
rendimento” e avere un debito meno oneroso? La risposta è no, poiché in un
contesto del genere emerge un concorrente per le obbligazioni: i conti
deposito, cioè depositi presso le banche che generano interessi. Per attrarre
capitali e continuare a generare guadagni, le banche commerciali potrebbero
decidere di aumentare i rendimenti sui conti deposito. In questo modo,
attirerebbero più clientela e potrebbero utilizzare i fondi depositati per
concedere nuovi prestiti e per investire, generando ulteriori profitti.
Pertanto, se gli interessi sui conti deposito aumentano, gli investitori
saranno più attratti da questi (considerando anche che i conti deposito sono
generalmente a bassissimo rischio e garantiti) e quindi le società non potrebbero
permettersi di emettere debito a basso rendimento poiché nessuno lo
acquisterebbe.
Non dimentichiamo: un’obbligazione rappresenta un
debito per chi la emette, ma diventa un credito per chi la acquista!
3. SE LA FED NON
ALZERA’ I TASSI, SARANNO I BOND A FARE IL “GIOCO SPORCO”. COSA VUOL DIRE?
Recentemente, si sente spesso dire: “Anche se la FED
non aumenterà i tassi di interesse, saranno i bond, con l’aumento dei loro
rendimenti, a fare il lavoro sporco”. Ma cosa significa esattamente?
Prima di tutto, diamo
un’occhiata ai dati recenti:
I rendimenti del decennale e
trentennale americano. Grafico giornaliero
I rendimenti
dei titoli decennali e trentennali americani hanno raggiunto livelli molto
alti. In particolare:
·
Il decennale
ha quasi raggiunto il 5%
· Il trentennale ha raggiunto il 5.118%
Inoltre, i rendimenti dei titoli di stato a due anni hanno recentemente superato il 5.26%.
Il rendimento del titolo di
stato a scadenza due anni. Grafico giornaliero
Come potrebbero influenzare l’economia gli aumenti
dei rendimenti lungo tutta la curva, anche se la FED non dovesse aumentare i
tassi di interesse? Potrebbero avere diversi effetti. Tuttavia, per capire
meglio, facciamo riferimento ad un’analisi che ho pubblicato qualche settimana
fa, in cui mi sono concentrato sullo spread BTP-BUND e sulla possibilità di
vendere allo scoperto le banche italiane, al link:
· https://macrotradingfinance.blogspot.com/2023/10/come-sfruttare-lo-spread-btp-bund-per.html
In
quell’analisi, ho specificato che il bilancio di una banca ha due componenti
principali: l’attivo e il passivo.
·
L’attivo
rappresenta le attività che la banca detiene e che possono generare reddito.
Queste includono liquidità e riserve obbligatorie (essenziali per il
funzionamento di una banca, anche se non generano direttamente reddito),
crediti verso altre istituzioni, prestiti e finanziamenti alla clientela e
investimenti.
·
Il passivo
rappresenta la fonte di finanziamento della banca. Queste includono i depositi
dei clienti, i prestiti interbancari, l’emissione di obbligazioni, il capitale
proprio (ad esempio, le risorse finanziarie ottenute dagli azionisti) e altre
passività.
Dunque, una
delle strategie che una banca utilizza per ottenere risorse è l’emissione di
obbligazioni. Quindi, cosa succede se i rendimenti sul mercato secondario
continuano a salire? La banca dovrà emettere obbligazioni con alti rendimenti
per essere competitiva, pagando così interessi più elevati. Per compensare
questa maggiore spesa per interessi, la banca aumenterà il costo del denaro
prestato a famiglie e imprese per mantenere buoni margini di profitto.
Consideriamo anche un altro aspetto:
·
Il rendimento del trentennale è un benchmark
per i mutui a tasso fisso trentennali
Questo aspetto è evidenziato nella grafica successiva:
La correlazione positiva tra
rendimenti e tassi sui mutui. Grafico settimanale
Il grafico mostra che, se il rendimento del trentennale continua
a salire, il costo dei mutui aumenterà.
Quanto continueranno a salire i rendimenti? È
difficile da dire, ma una cosa è certa: un aumento dei rendimenti non è
benefico per la salute dell’economia. Pensiamo al fatto che, se i tassi sui
mutui aumentano, ci sarà una diminuzione delle vendite di nuove case:
La vendita di nuove case è
dipendente dal prezzo dei mutui. Grafico mensile
Se ci sarà una diminuzione delle vendite di case,
l’economia rallenterà come mostra la correlazione nella grafica seguente:
La correlazione positiva tra
vendita di nuove abitazione e intensità economica. Grafico a 3 mesi
La spiegazione è
semplice:
PIL = CONSUMI + INVESTIMENTI + SPESA PUBBLICA +
(EXPORT – IMPORT)
Minor richieste di mutui,
minori investimenti, rallentamento del PIL!
Qualora qualche
concetto non fosse chiaro, commentate pure.
A presto!
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