REPORT Q4 2023: DAX, FINITI I RIALZI? I DATI E GLI INDICATORI DA SEGUIRE
Questa settimana ho pubblicato un’analisi dal titolo “Report
Q4 2023: i grafici da seguire per investire consapevolmente”. Essa è reperibile
al link:
·
https://macrotradingfinance.blogspot.com/2023/09/report-q4-2023-i-grafici-chiave-da.html
All’interno della discussione elencavo diversi indici di
forza da seguire, responsabili dei movimenti di diverse asset class, tra le
quali il mercato azionario statunitense. Uno di questi indici era LQDH/LQD,
correlato inversamente al Nasdaq:
Questo a livello statunitense. E per quanto riguarda il
mercato europeo? Quali indici o dati da monitorare per cavalcare potenziali
tendenze sul DAX?
Buongiorno a tutti.
Questa analisi altro non è che un “sequel” dell’analisi
precedente, frutto dell’estratto di un mio report personale. Come da titolo il
focus sarà rivolto sul DAX tedesco, mentre gli altri protagonisti del report
saranno:
·
IFO sulla fiducia delle imprese
·
ZEW sulla fiducia degli investitori
·
Fiducia dei consumatori
·
Indicatore sulle aspettative dei tassi BCE
(IBGS/IBGM)
·
PMI manifatturiero
·
PMI sui servizi
Trovate l’analisi in forma video qualora preferiate quella
versione.
Buona lettura/visione!
1. LE PRESTAZIONI DEL DAX
Andiamo a commentare il DAX dal punto di vista tecnico:
L’indice azionario tedesco ha vissuto dei momenti di forte
tendenza rialzista (dal 29 settembre 2022 al 19 maggio 2023) in cui è riuscito
a realizzare una grande prestazione del +37.60% circa; la stessa forza pare sia
svanita negli ultimi mesi. Osserviamo la grafica seguente:
Possiamo assistere ad una lateralizzazione del prezzo,
indicata dal rettangolo di color giallo. Interessante notare come esso, dal 31
luglio, abbia realizzato un triangolo discendente (figura tecnica ribassista)
che ha visto un breakout lo scorso 25 settembre.
2. DAX E DATI MACROECONOMICI CHIAVE: IFO, ZEW E FIDUCIA
DEI CONSUMATORI
C’è ora da chiedersi quali potevano essere le forze che
avevano sostenuto il rialzo dell’indice e quelle che ora stanno catalizzando il
suo ribasso; a tal proposito, si osservino le due figure successive:
Il rialzo del 29 settembre ’22 / 19 maggio ’23 era stato
sostenuto dalla forza di alcuni dati macroeconomici chiave (ovviamente a
livello tedesco), tra i quali:
·
IFO sulle aspettative future (che misura la
fiducia delle imprese tedesche con un’ottica temporale a sei mesi)
·
ZEW sulle aspettative future (che misura la
fiducia di investitori istituzionali e analisti sul futuro economico tedesco)
·
Fiducia dei consumatori
L’ultimo ribasso, al contrario, è stato sostenuto dalla
debolezza degli stessi dati macroeconomici.
Perché essi riescono ad impattare sul DAX? Per spiegare ciò occorre
osservare le tre grafiche successive che, in ordine, mostrano:
·
La correlazione positiva DAX – IFO sulle
aspettative future
·
La correlazione positiva DAX – ZEW sulle
aspettative future
·
La correlazione positiva DAX – fiducia dei
consumatori
Le correlazioni positive osservate sottolineano come quei
dati macro riescano ad influenzare decisamente l’indice azionario.
Domanda delle domande:
“Perché?”
Proviamo a realizzare dei
ragionamenti logici, partendo dal dato sulla fiducia dei consumatori.
·
Ad una maggior fiducia di questi ultimi corrisponderà
molto probabilmente un aumento della loro domanda per beni e servizi: essi
andranno ad aumentare le loro spese; questo andrà a migliorare il sentiment
delle imprese, che rafforzeranno i loro utili societari. Al verificarsi di
queste condizioni migliorerà altresì il sentiment di analisti e investitori.
È importante ricordare che una
delle variabili della formula del calcolo del PIL (utilizzando il metodo della
spesa) sono proprio i consumi. La formula in questione è:
PIL = C + I + G
+ (EX – IM)
Dove:
C: Consumi
I: Investimenti
G: Spesa pubblica
(EX - IM): Export – Import
Dunque:
·
All’aumentare della fiducia dei consumatori
aumenterà la variabile C ma anche…quella I. Il motivo è semplice:
vedendo un aumento della fiducia dei consumatori, le imprese saranno più
incentivate ad investire dei capitali in nuovi progetti e beni
strumentali
L’esempio è stato realizzato immaginando
un contesto di espansione economica, caratterizzata da un aumento della domanda
e degli investimenti delle imprese. È vero l’opposto in condizioni di rallentamento
economico, dove le “variabili” di consumo e di sentiment andranno ad invertire
la tendenza.
In un contesto del genere, come
potrà mai essere il sentiment degli investitori? Sicuramente positivo, dal
momento in cui è proprio in un’espansione economica che il mercato azionario
realizza le sue migliori performance, sostenuto da un aumento degli utili delle
società quotate!
L’esempio sottintende una questione importante:
·
I tre dati macroeconomici si influenzano a
vicenda e, a loro volta, influenzano il mercato azionario (DAX)
Troviamo conferma nelle successive correlazioni positive tra
i tre dati macro:
3. ATTENZIONE ALLA BCE
Concentriamoci ora sulla politica monetaria in Euro Area.
L’ultima riunione datata 14 settembre ha visto una BCE “falco”
aumentare i tassi di interesse di altri 25 punti base con lo scopo di
combattere l’aumento dell’indice dei prezzi al consumo.
I tassi, ad oggi, si trovano al 4.5%, come nell’epoca della bolla di internet (2000-2001); c’è da stupirsi? Direi di no, dal momento in cui la banca centrale ha dovuto affrontare un tasso di inflazione che al suo massimo anno/anno registrava valori in doppia cifra: +10% e poco oltre.
Più una politica monetaria si presenta restrittiva e più,
nel medio periodo, impatta in negativo sul mercato azionario; spiegherò i
motivi più avanti.
Ora è necessario ricavare un indice di forza che espliciti
le aspettative del mercato sui tassi di interesse BCE; sarebbe stato utile
avere un “LQDH/LQD” europeo, ma questo non è possibile. Come “arrangiarsi” in
tal senso? Sfruttando il concetto di duration!
·
Sappiamo che l’asset class obbligazionaria
presenta il rischio “tassi di interesse”; all’aumentare di essi corrisponderà
un deprezzamento dei bond. La duration (trattata ampiamente all’interno del mio
libro “Investire in obbligazioni for dummies”, per Hoepli), espressa in termini
di tempo (in anni, tipicamente), ci fornisce una misura di quanto una
particolare obbligazione (o ETF obbligazionario) venga effettivamente impattata.
All’aumentare della duration, aumenterà il potenziale deprezzamento di un bond in
seguito a un rialzo dei tassi di interesse
Prendiamo in considerazione due ETF obbligazionari che
replicano l’andamento di prezzo di un indice di titoli di stato europei. Essi
sono mostrati nella figura successiva:
·
L’iShares € Govt Bond 1-3yr ETF, dal ticker “IBGS”
·
L’iShares € Govt Bond 7-10yr ETF, dal ticker “IBGM”
Le due grafiche successive mostrano gli emittenti principali
e le relative duration dei due ETF:
La duration di IBGM (7.84 anni) si presenta superiore
rispetto a quella di IBGS (1.68 anni).
Il prezzo del primo ETF è stato più ribassista del secondo
durante l’inasprimento della politica monetaria? Proprio così, e questo è
dimostrato nella grafica successiva:
Dal 2022 ad oggi, durante il processo di rialzo dei tassi, l’ETF
a maggior duration ha realizzato performance peggiori (del -21.36%) rispetto all’altro
(-3.45%).
Osservate l’arco temporale gennaio 2022-giugno 2022:
·
Nonostante i tassi di interesse fossero ancorati
allo 0%, il movimento dei due ETF a diversa duration aveva anticipato il rialzo
dei tassi
Questo cosa significa?
·
Gli investitori acquistano o vendono le loro
aspettative
Infatti, creando un indice di forza tra i due ETF, “IBGS/IBGM”,
si ottiene un indicatore anticipatore (leading indicator) sui tassi di
interesse. Questo è rappresentato nella figura successiva:
·
Ad un rialzo dell’indicatore leading corrisponderanno
aspettative di inasprimento monetario, al contrario aspettative di allentamento
Le aspettative del mercato sui tassi di interesse stanno
impattando sull’indice azionario DAX? Proviamo a scoprirlo nella grafica seguente:
Sembrerebbe di sì. In particolare:
·
È dal 6 luglio 2023 che DAX e IBGS/IBGM presentano
tra loro una correlazione negativa; il ribasso dell’indice azionario (dal 31
luglio) ha avuto inizio al rialzo del leading indicator (nella medesima seduta
di contrattazioni). La stessa correlazione inversa ha dato vita a due figure
tecniche completamente opposte: un triangolo discendente ribassista e uno
ascendente rialzista
Ma…non finisce qua! È interessante notare la formazione di altre
correlazioni inverse del leading indicator con i tre dati macroeconomici citati
precedentemente. A tal proposito, si osservino le tre figure successive:
Più una politica monetaria si presenta restrittiva e più,
nel medio periodo, impatta in negativo sul mercato azionario.
·
Al salire del costo del denaro, diminuirà la
domanda dei consumatori per prestiti e finanziamenti per acquisti di beni discrezionali;
a risentirne in negativo saranno le imprese, che vedranno volumi di vendita in
rallentamento. A questo punto, in uno scenario di rallentamento economico,
peggiorerà il sentiment di investitori e analisti
In uno scenario di questo tipo, riconducibile alla fase 6
del ciclo economico (che stiamo vivendo), che tendenza presenta (o, per lo
meno, dovrebbe presentare) il mercato azionario? Ribassista!
Per tutti i motivi evidenziati, la mia visione da oggi alla
fine dell’anno sarà ribassista. Andrò ad osservare attentamente le
correlazioni, specie quella inversa IBGS/IBGM – DAX. Senza dimenticare altri
due dati macro: i due PMI (servizi e manifatturiero), entrambi in territorio di
contrazione:
Per terminare l’analisi:
· L’area di prezzo più importante che il DAX andrebbe a testare in un eventuale ribasso sarebbe quella dei 14500€ - 14900€.
Per qualsiasi domanda contattami pure.
A presto.
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