REPORT Q4 2023: I GRAFICI CHIAVE DA SEGUIRE PER INVESTIRE CONSAPEVOLMENTE
Buongiorno.
L’obiettivo dell’analisi è quello di commentare le ultime
decisioni di politica monetaria della Federal Reserve e successivamente costruire
dei particolari indici di forza obbligazionari che, come scoprirete, aiuteranno
a prendere delle scelte di investimento più consapevoli.
I protagonisti dell’analisi:
·
Politica monetaria
·
Tasso di inflazione
·
Grafici intraday delle principali asset class
USA
·
TIP/IEF
·
LQDH/LQD
·
Tassi reali
·
Oro
·
Nasdaq
·
VIX
·
Settori ciclici
·
Settori difensivi
·
Indice SPHB/SPLV
Buona lettura.
1. DECISIONI DI POLITICA MONETARIA E REAZIONE INTRADAY
DEI MERCATI FINANZIARI
“La FED ha rifiutato
di aumentare i tassi di interesse, ma punta a mantenere gli stessi più in alto
più a lungo”
Questo è quello che recita il titolo di uno dei diversi
articoli rilasciati dalla CNBC americana.
Come è possibile osservare nella figura successiva, i tassi
di interesse sono stati mantenuti nel range compreso tra il 5.25% e il 5.50%.
Cinque sono state le decisioni sui tassi di interesse nel
2023:
·
Febbraio: +25 punti base
·
Marzo: +25 punti base
·
Maggio: +25 punti base
·
Giugno: nessun aumento
·
Luglio: +25 punti base
·
Settembre: nessun aumento
Il piccolo grafico a istogrammi all’interno della figura
precedente chiarifica come l’intensità dell’inasprimento della politica
monetaria nell’anno corrente sia stata notevolmente più “bassa” rispetto a
quella commentata del 2022. I motivi? I livelli di inflazione!
Infatti, come mostra la figura successiva:
·
Nel 2022 la banca centrale americana doveva
affrontare un’inflazione compresa nel range dei 750-650 punti base
·
Nel 2023, al contrario, un processo di
disinflazione (ergo: un rallentamento del tasso di inflazione)
Perché la FED non ha alzato i tassi di interesse nella
riunione di mercoledì 20? Perché la lotta all’inflazione è terminata?
Ebbene…no.
Per rispondere alla domanda è utile esaminare una frase
pronunciata dal presidente Powell nella consueta riunione post-comunicazione
tasso di interesse:
“Vogliamo vedere
prove convincenti del fatto che abbiamo raggiunto il livello sui tassi
appropriato; stiamo vedendo progressi e ne siamo lieti. Ma, sai, dobbiamo
vedere ulteriori progressi prima di essere disposti a raggiungere quella
conclusione”
Ergo:
“È vero che il
processo di disinflazione è in atto, ma vogliamo vedere lo stesso processo
ancora più convincente”
È quindi possibile affermare come
i progressi ottenuti sul “versante” inflazione abbiano giustificato la pausa
commentata poche righe fa che, oltretutto, era stata ampiamente scontata dai
mercati nelle settimane precedenti.
La comunicazione del tasso di
interesse può essere considerata come un market mover, ossia un fattore capace
di influenzare in maniera più o meno significativa i mercati finanziari. In
genere:
·
Quanto più la comunicazione di un dato si
discosta dalle attese degli analisti, tanto più quel dato stesso impatta in
maniera positiva o negativa sugli asset finanziari
Ricollegandoci al discorso, come
hanno reagito le principali asset class alla comunicazione del tasso di
interesse di riferimento? Commentiamolo nelle immagini successive:
I rendimenti dei titoli di stato a 2 anni e 10 anni sono
saliti, in particolare:
·
Il 2 anni dal 5% al 5.2%
·
Il 10 anni dal 4.32% al 4.44%
Visto il rapporto inverso prezzo/rendimento delle
obbligazioni, è possibile affermare come queste ultime siano state vendute dal
mercato. Prestazioni negative anche per gli indici azionari S&P500 e
Nasdaq:
·
L’S&P500 ha visto un ritorno ai 4430$ (dai
4500$)
·
Il Nasdaq ai 15088$ (dai 15430$)
Proseguiamo:
·
Il dollaro ha visto un rafforzamento contro
l’euro, arrivando a 1.061 (dagli 1.072 pre-comunicazione del dato)
·
L’oro un indebolimento di 1.22 punti percentuali
(1968$-1944$)
Dal momento in cui la comunicazione sul tasso di interesse
era in linea con le aspettative degli analisti, cosa ha potuto giustificare una
reazione così marcatamente negativa da parte degli asset analizzati? La
risposta è nascosta nella figura successiva: il dot plot chart.
·
Il dot plot chart è uno strumento che indica le
proiezioni di ogni membro del FOMC (Federal Open Market Commitee) su quelli che
saranno i livelli sui tassi di interesse futuri
I puntini azzurri osservabili sulla sinistra della figura
rappresentano i membri del FOMC; essi si collocano all’interno di determinati
range percentuali (visualizzabili a destra della figura).
L’informazione più importante del dot plot chart è la
seguente:
·
12 membri (12 puntini) si aspettano un ulteriore
aumento di 25 punti base per la fine del 2023 (con tassi compresi nel range dei
550-575 punti base, evidenziato di color rosso)
·
7 di essi si aspettano un’ulteriore pausa
Ecco dunque spiegata la reazione negativa di mercato
azionario, obbligazionario, oro e cambio EUR/USD: al contrario di quello che il
mercato prezzava, l’inasprimento di politica monetaria non è (probabilmente) ancora
terminato!
Il motivo di ciò è presto spiegato dalle proiezioni
economiche rilasciate dalla banca centrale stessa. Osserviamo la figura
successiva:
Rispetto alle
proiezioni di giugno, si prevede:
·
Un aumento della crescita economica (al 2.1% rispetto all’1% precedente)
·
Una riduzione del tasso di disoccupazione (al 3.8% dal 4.1% precedente)
Ciò significa
una ed una sola cosa:
·
Nell’anno in corso la banca non prevede una recessione e, per lo stesso
motivo, ha maggior flessibilità per un nuovo rialzo dei tassi che non andrebbe
a danneggiare il sistema economico americano
Abbiamo dunque
scovato il market mover di mercoledì 20!
2. I GRAFICI DA OSSERVARE PER L’ULTIMO TRIMESTRE DELL’ANNO
A mio parere saranno due gli indici da osservare prossimamente: TIP/IEF e
LQDH/LQD.
Essi esplicitano due aspettative degli investitori diverse:
·
TIP/IEF sul tasso di inflazione
·
LQDH/LQD sui tassi di interesse
In particolare:
·
Se il mercato avrà aspettative di un aumento del prezzo dei beni e
servizi, TIP (ETF sui titoli di stato USA indicizzati all’inflazione) sovraperformerà
IEF (ETF sui titoli di stato USA non indicizzati) e l’indice TIP/IEF intraprenderà
una traiettoria rialzista
·
Se ciò accadrà, il mercato inizierà a scontare una politica monetaria più
restrittiva e le obbligazioni corporate coperte dal rischio “tassi di
interesse” (ETF LQDH) sovraperformeranno quelle corporate non coperte (ETF LQD)
Questi due indici saranno meglio approfonditi all’interno del video in
basso alla pagina.
È importante capire che, come mostra la figura successiva, uno è leading
indicator dell’altro.
Proseguiamo.
Le aspettative di inflazione hanno intrapreso una traiettoria rialzista
da fine gennaio 2023, influenzate in positivo dall’aumento dei prezzi del
petrolio, arrivato alla soglia psicologica dei 90$ a barile:
Gli ultimi due aspetti hanno spinto al rialzo LQDH/LQD:
Una tendenza rialzista di quest’ultimo indice di forza ha la
capacità di impattare in maniera negativa su diverse asset class.
Partiamo dall’oro, osservando la grafica successiva:
Il metallo prezioso è negativamente correlato alle
aspettative di politica monetaria. Il motivo è semplice:
·
Ad un aumento di quelle aspettative aumenteranno
i rendimenti offerti dalle obbligazioni, con un contemporaneo apprezzamento dei
tassi reali
Esiste infatti una correlazione positiva tra aspettative sui
tassi e real yields:
Immaginate ora l’oro e le obbligazioni come due asset class
simili, con una differenza:
·
Il metallo prezioso, a differenza dei bond, non
paga le cedole
Questo significa che:
·
All’aumentare di LQDH/LQD, aumenteranno i tassi
reali e, a questo punto, diventerà più conveniente detenere un’attività che
paga interessi (i bond)
Stesso discorso per il Nasdaq: anche l’indice azionario,
come l’oro, mostra una correlazione negativa con le aspettative di politica
monetaria. Esaminiamo la grafica successiva:
L’indice azionario è rialzista da ottobre 2022; la tendenza
positiva ha avuto inizio proprio quando l’indice LQDH/LQD raggiungeva dei
massimi di periodo.
A maggio 2023 si è persa la correlazione negativa tra i due,
divenuta positiva, complice il boom dell’intelligenza artificiale. I due asset
hanno ritrovato la loro correlazione originale dal 18 luglio 2023, quando
l’indice azionario ha raggiunto i suoi massimi di periodo e ha iniziato un
ritracciamento.
Tassi di interesse più in alto più a lungo danneggiano le
prestazioni delle società quotate in borsa, agendo in negativo sui loro utili;
il motivo è presto spiegato:
·
Al salire del costo del denaro, diminuirà la
domanda dei consumatori per prestiti e finanziamenti per acquisti di beni come
automobili, elettrodomestici, televisori e tanti altri
A minor domanda corrisponderanno minori vendite delle
società e…minori utili!
Per non parlare del mercato immobiliare e dell’aumento del
costo dei mutui:
·
Più le rate aumenteranno e più le famiglie (con
un tasso variabile) avranno minor reddito da destinare ad altre spese
“discrezionali”
C’è ora da porsi una domanda:
“Se le aspettative sui tassi di interesse continuassero a
salire, su quali settori azionari puntare?”
Proviamo a scoprirlo nelle figure successive.
È riconosciuto che:
·
Ad un risk on gli investitori punteranno su
società aggressive (o ad alto beta)
·
Ad un risk off punteranno su quelle difensive (o
bassa volatilità)
Uno strumento in grado di esplicitare il grado di
propensione al rischio del mercato è il VIX, l’indice di paura dell’S&P500.
C’è dunque da capire una questione: le aspettative sui tassi
stanno impattando sull’indice di volatilità? Proviamo a scoprirlo nella figura
successiva:
Dal 5 luglio del 2023 la correlazione tra i due indici è positiva.
Se il movimento rialzista di LQDH/LQD dovesse alzare la
volatilità (e quindi l’avversione al rischio degli investitori) sarebbe più
logico puntare sui titoli a basso beta rispetto a quelli ad alto beta. Il
motivo? La grafica successiva è molto chiara: la correlazione inversa tra
l’indice di forza SPHB/SPLV e VIX.
·
Ad un ribasso del VIX corrisponderà una propensione
al rischio e gli investitori destineranno i loro capitali su società ad alto
beta (ETF SPHB)
·
Ad un rialzo del VIX corrisponderà un’avversione
al rischio e gli investitori destineranno i loro acquisti su società a basso
beta (ETF SPLV)
I due ETF menzionati sono stati trattati in maniera
approfondita nell’ultima analisi da me pubblicata, relativa ad una strategia di
investimento su ARM, reperibile al link:
·
https://macrotradingfinance.blogspot.com/2023/09/strategia-di-investimento-arm-i-grafici.html
Quindi…su quali settori puntare? Per rispondere, è
necessario sapere quali sono i settori che più contribuiscono al peso
percentuale dei panieri dei due ETF:
·
Puntare sui settori ciclici (settore tecnologico
e dei beni discrezionali) ad una maggior forza di SPHB rispetto a SPLV
·
Puntare sui settori difensivi (settori
utilities, sanitario e dei beni di prima necessità) nel caso opposto
Se avvenisse una potenziale rotazione di capitali dai
settori ciclici a quelli difensivi si potrebbe affermare che il mercato non
starebbe più scontando un soft landing ma…una recessione!
I motivi sono spiegati da tutte le correlazioni positive
illustrate dalle grafiche successive:
·
L’indice SPHB/SPLV è fortemente correlato positivamente ad alcuni dati
macroeconomici chiave come i due PMI e, più in generale, al prodotto interno lordo.
Ad una crescita economica corrisponderà un aumento degli utili societari e i
capitali saranno destinati sui settori ciclici mentre, ad una contrazione
economica, su quelli difensivi
È stato quindi illustrato il rapporto tra aspettative di
inflazione e aspettative sui tassi di interesse e di come queste ultime siano
poi in grado di impattare in maniera significativa sulle diverse classi. Personalmente,
nei prossimi mesi, andrò a verificare la tendenza di LQDH/LQD e le relative
correlazioni con oro, Nasdaq e VIX. Se esse si mantenessero tali e vista e
considerata la funzione dell’indice di forza, come sarà questo Q4 2023, ormai
alle porte? Il nuovo trimestre sarà governato dalle aspettative sulla politica
monetaria?
Spero il mio approccio vi possa essere stato utile, lo
stesso utilizzato nel mio libro dal titolo “Investire in obbligazioni for
dummies” per Hoepli Editore.
Se ci fossero dei dubbi sull’analisi commentate pure o
visualizzate il video, dove andrò a discutere gli argomenti in maniera più
ampia.
In settimana, probabilmente, parlerò anche di come LQDH/LQD
potrebbe impattare sul cambio EURUSD e….sul DAX!
A presto.
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