QUANDO SARA' L'ANNO DEI BOND?

 

Era previsto che il 2023 sarebbe stato l’anno dei bond, o per essere più precisi, degli ETF obbligazionari come il noto “TLT”, che nel 2022 aveva subito perdite significative. Questo perché si riteneva che la FED avrebbe ridotto i tassi di interesse in risposta a una recessione, indicata dall’inversione della curva dei rendimenti. Si pensava che il 2024 avrebbe seguito la stessa tendenza, con la FED che avrebbe ulteriormente abbassato i tassi. Tuttavia, le cose non sono andate come previsto. Sia il 2023 che il 2024 sono stati dominati dall’S&P500; inoltre, non c’è stata una recessione, tanto meno un taglio dei tassi. Ma perché è accaduto tutto ciò? Quando i bond torneranno a essere protagonisti? L’obiettivo di questa analisi è cercare di fare luce su questi interrogativi.

 

ANALISI DEL CICLO ECONOMICO

Per comprendere quando gli ETF obbligazionari torneranno a essere i protagonisti, è fondamentale capire in quale fase del ciclo economico si trovano attualmente gli Stati Uniti d’America. Come illustrato nella figura successiva, in una fase di piena espansione economica, o se preferite, nella fase 4. Ho elaborato personalmente il ciclo economico che state osservando, integrando una serie di variabili che indicano un ciclo accurato, sia per la macroeconomia che per i mercati finanziari. In termini semplici, ho combinato il ciclo economico di Pring, che considera le performance delle tre principali classi di asset (azioni, obbligazioni e materie prime), con il ciclo economico tradizionale, basato sulla macroeconomia.

Il ciclo economico statunitense


Questo modello sembra contraddire alcune affermazioni che si sentono spesso negli ultimi anni. Potrebbe essere capitato anche a voi di sentire che in un mese siamo nella fase 6, il mese successivo in fase 3 (non capisco come sia possibile, con il PIL in territorio positivo), poi in fase 5 e infine ritornare alla fase 1. A mio parere, il ciclo economico non cambia ogni due settimane. In altre parole, non si può affermare che, se il TLT registra un +5% in una o due settimane, allora i bond sono ripartiti e siamo in fase 3, solo perché anche le materie prime e l’S&P500 sono in rialzo. Queste sono solo le mie opinioni e non voglio sembrare un saputello, ma credo che affermazioni di questo tipo, non comprese soprattutto dai principianti fino in fondo, abbiano influenzato negativamente i loro investimenti in obbligazioni. Lo so perché ho avuto la fortuna di scrivere un libro sulle obbligazioni e ho ricevuto molti messaggi su questo argomento. Quindi, spero oggi di essere d’aiuto per chi leggerà questo articolo.

Proseguiamo: per dimostrare l’affidabilità dell’indicatore sul ciclo, è possibile notare come, nelle figure successive, tenda a correlarsi positivamente e, soprattutto, ad anticipare dati macroeconomici fondamentali, come l’indice PMI manifatturiero e quello dei servizi. Inoltre, tende ad anticipare un dato chiave tra gli indicatori anticipatori, curiosamene chiamato Composite Leading Indicator. Non sto parlando di quello famoso rilasciato dal Conference Board, ma di quello meno conosciuto rilasciato dall’OECD.

Ciclo Economico e PMI manifatturiero. Grafico mensile


Ciclo Economico e PMI sui servizi. Grafico mensile


Ciclo Economico e Composite Leading Indicator. Grafico mensile


Abbiamo quindi compreso che il ciclo economico è in piena espansione. Nonostante abbia rallentato negli ultimi tre mesi, non ha invertito la sua tendenza. Un aspetto fondamentale del ciclo economico, noto a molti, è che le fasi di crescita, indicate in rosso nella figura successiva, sono caratterizzate da una propensione al rischio. Al contrario, le fasi indicate in verde sono caratterizzate da avversione al rischio. Il motivo è semplice: durante le fasi di crescita economica, gli utili delle società tendono ad aumentare a causa dell’alta domanda dei consumatori, e quindi della loro fiducia. In questo contesto, gli investitori acquistano azioni, che possono fornire ottimi rendimenti. Durante la fase di avversione al rischio, accade l’opposto: gli utili rallentano e il pessimismo del mercato aumenta. È in questo momento che si verifica la rotazione dei capitali: dalle azioni a qualcosa di più sicuro, come le obbligazioni. In particolare, i titoli di stato e i bond corporate con un elevato rating.

Se osserviamo la figura successiva, è evidente che il TLT, che stiamo esaminando, tende a trarre vantaggio in un contesto di rallentamento economico, piuttosto che in uno di crescita.

Ciclo economico e TLT. Grafico mensile


Dunque, rispondiamo alla domanda: perché il 2023 e il 2024 (finora) non sono stati dominati dai bond, ma dai mercati azionari? La risposta è semplice: non si è verificata la fase che avrebbe portato a ciò che tutti si aspettavano, me compreso. Nonostante le previsioni di una recessione, una guerra mondiale, la crisi del debito statunitense, una nuova crisi finanziaria a marzo 2023, eccetera (ironicamente parlando), l’economia ha continuato a crescere.

Ecco, lettori, arriviamo al cuore della questione. Se c’è una forte domanda, un mercato del lavoro solido, bassa disoccupazione e tutto ciò che volete aggiungere, cosa succede? Si verifica un aumento del tasso di inflazione! E cosa è successo? L’inflazione ha subito un rimbalzo. Continuerà a salire? Non lo so e, francamente, non mi interessa. Ciò che mi interessa, e di cui discuteremo ora insieme, non è tanto se l’inflazione aumenterà o meno, ma piuttosto capire quale sia l’opinione degli investitori a riguardo. Per questo motivo, vi invito a osservare la figura successiva.

TIP/IEF e ciclo economico. Grafico mensile


TIP/IEF è un indice di sentiment di cui ho spesso discusso, in particolare su Investing.com. Quando l’indice sale, indica che le obbligazioni governative indicizzate all’inflazione (TIP) stanno sovraperformando i titoli di stato con scadenza simile (IEF). In questo scenario, il mercato ha aspettative di inflazione in crescita. Al contrario, se IEF sovraperforma TIP, il mercato si aspetta un contesto di disinflazione. Cosa ci mostra il grafico precedente? In un contesto di espansione economica, il mercato tende ad avere aspettative di inflazione in aumento; in caso di rallentamento economico, si aspetta disinflazione. Questo spiega perché non è stato l’anno dei bond: se il mercato ha aspettative di inflazione in crescita, tende ad acquistare altri asset. Più l’inflazione aumenta, più il rendimento nominale di un’obbligazione viene eroso. Questo rende l’inflazione il peggior nemico per il mercato dei titoli di stato.

Sapete quando TIP/IEF ha raggiunto il suo ultimo minimo? Proprio alla fine del primo mese di quello che doveva essere il primo anno dei bond: gennaio 2023.

La correlazione fortemente negativa tra TLT e aspettative di inflazione. Grafico giornaliero


Tuttavia, sono stati gli anni delle obbligazioni high yield. Come illustrato nella figura successiva, queste obbligazioni eccellono in contesti di crescita economica. Il motivo, come spiegato in precedenza, è semplice: con l’aumento degli utili, le società hanno maggiori probabilità di ripagare i loro debiti, riducendo così il rischio di default.

Ciclo economico e obbligazioni high yield. Grafico mensile


SPUNTI OPERATIVI

Quindi, cerchiamo di rispondere alla domanda che tutti si pongono: quando sarà l’anno dei bond? Questo avverrà sicuramente quando le aspettative di inflazione del mercato inizieranno a rallentare. Questo potrebbe succedere domani, il mese prossimo, o addirittura tra due trimestri. Il motivo è semplice: non è possibile prevedere con certezza l’andamento dell’indice dei prezzi al consumo. In un ambiente di incertezza come questo, ecco uno spunto operativo: evitate di investire tutto il vostro capitale in un ETF, ovvero di fare un “ALL IN”. Questo errore è stato commesso spesso da coloro che speravano di realizzare enormi plusvalenze e di recuperare un drawdown di oltre 46 punti percentuali, come illustrato nella figura successiva.

Il drawdown dell’ETF TLT. Grafico giornaliero


Per recuperare un drawdown di questa entità, sarebbe necessario ottenere un rendimento di quasi il 100%. Vi sembra realistico? A me no. O almeno, non è impossibile che ciò accada: potrebbe verificarsi in caso di un fortissimo risk off, caratterizzato da una profonda recessione e da un drastico taglio dei tassi, fino a raggiungere valori di 0 punti base.

Un altro spunto operativo è il seguente: in situazioni di grande incertezza, come quelle attuali, potrebbe essere più prudente optare per obbligazioni con una duration media piuttosto che lunga. Ricordiamo che la duration è un indicatore della volatilità di un’obbligazione: più è elevata, più il prezzo del bond è suscettibile a soffrire in scenari che influenzano negativamente il suo valore. Ad esempio, se guardiamo alla figura successiva, un ETF con una duration media, come l’“IEF”, ha registrato un drawdown molto meno pronunciato rispetto al TLT.

Infine, ecco un ultimo spunto operativo: non concentratevi troppo su come individuare i minimi del mercato. Invece, come faccio spesso io, potreste pianificare una strategia ipotetica: se si verifica una certa situazione, potreste adottare una certa tattica; in caso contrario, potreste optare per un’alternativa. Come fare? Illustrerò tutto questo nel video, cercando di essere il più pratico e concreto possibile. Inoltre, vi rivelerò cosa prevedono i miei sistemi: inflazione o disinflazione?











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