UN DATO ANTICIPATORE CHE OGNI INVESTITORE DOVREBBE MONITORARE
Buongiorno a tutti!
L’analisi di oggi si concentra su un particolare indicatore
macroeconomico che ha la capacità di prevedere le tendenze future, un elemento
chiave che ogni investitore dovrebbe tenere d’occhio. Per chi volesse
approfondire, ho preparato un video sul mio canale YouTube; potete trovarlo alla
fine di questa pagina. Buona lettura e buona visione!
1. LE ASPETTATIVE
DI INFLAZIONE DEI CONSUMATORI
Venerdì 8 dicembre è
stata una giornata significativa poiché sono stati rilasciati due dati
macroeconomici cruciali: le buste paga del settore non agricolo (NFP) e il
tasso di disoccupazione. Ecco i dettagli:
·
Le buste
paga del settore non agricolo (NFP) hanno registrato un valore di 199K,
superando le aspettative di 188K e mostrando un incremento rispetto alla
precedente lettura di 150K
·
Il tasso
di disoccupazione si è attestato al 3.7%, inferiore sia alle aspettative del
3.9% che alla precedente lettura, anch’essa del 3.9%
Tuttavia, questi non
sono stati gli unici dati rilevanti della giornata. Un altro dato di rilievo è
stato l’indice di fiducia dei consumatori, rilasciato dall’Università del
Michigan, che ha mostrato un aumento a 69.4 punti, in netto miglioramento
rispetto ai 61.3 punti della precedente rilevazione.
Infine, un sottoindice
del dato sulla fiducia dei consumatori, sempre rilasciato dall’Università del
Michigan, ha suscitato particolare interesse: si tratta delle aspettative di
inflazione dei consumatori per l’anno a venire. Questo dato, illustrato nella
figura successiva, sarà il protagonista dell’analisi di oggi.
Le aspettative di inflazione
dei consumatori. Grafico mensile
Si può notare un
cambiamento significativo nelle aspettative dei consumatori riguardo
all’inflazione. In dettaglio:
·
La
rilevazione di novembre indicava un tasso di inflazione previsto del +4.5%
·
L’ultima
rilevazione ha segnato un tasso del +3.1%, un livello che non si registrava da
marzo 2021
Le aspettative di inflazione sono state sicuramente
influenzate dalla recente diminuzione dei prezzi della benzina. Come si può
vedere nel grafico successivo, dal picco raggiunto l’11 agosto 2023, il prezzo
di questa risorsa energetica ha registrato un calo di oltre 30 punti
percentuali, scendendo a 2.04$.
Il recente crollo dei prezzi
della benzina; importanti la resistenza a 2.32$ e il supporto 2.02$. Grafico
giornaliero
La correlazione tra i prezzi della benzina e le aspettative
di inflazione dei consumatori è evidenziata nel grafico seguente. Questo
dimostra come le variazioni nel costo della benzina possano avere un impatto
diretto sulle previsioni inflazionistiche.
La correlazione positiva tra
prezzi della benzina e aspettative di inflazione a un anno. Grafico mensile
2. LE ASPETTATIVE
DI INFLAZIONE DEI CONSUMATORI SONO UN LEADING INDICATOR
Potreste chiedervi perché ho condiviso questo specifico dato
macroeconomico, derivante da un sondaggio. La ragione è semplice: esso funge da
indicatore anticipatore. In particolare, come dimostrano le prossime tre
figure, le aspettative di inflazione a un anno tendono a prevedere il tasso di
inflazione, calcolato su base mensile rispetto all’anno precedente.
Le aspettative di inflazione
dei consumatori hanno anticipato l’indice dei prezzi al consumo a/a negli anni
’80. Grafico mensile
Le aspettative di inflazione
dei consumatori hanno anticipato l’indice dei prezzi al consumo a/a negli anni
2000. Grafico mensile
Le aspettative di inflazione
dei consumatori hanno anticipato l’ultimo picco dell’indice dei prezzi al
consumo a/a nel 2022. Grafico mensile
Analizzando un periodo storico più esteso, si può notare una
forte correlazione positiva tra le aspettative di inflazione dei consumatori e
il tasso di inflazione effettivo rilevato. Questo suggerisce che le previsioni
dei consumatori tendono ad essere un indicatore affidabile dell’inflazione
futura.
La correlazione positiva tra
aspettative di inflazione dei consumatori e tasso di inflazione anno/anno.
Grafico mensile
3. ASPETTATIVE DI
INFLAZIONE DEI CONSUMATORI, FEDERAL RESERVE E…OBBLIGAZIONI
Data la capacità predittiva delle aspettative di inflazione
dei consumatori, è naturale chiedersi se queste possano influenzare le
decisioni di politica monetaria della Federal Reserve; la risposta è
affermativa. Infatti, uno degli obiettivi della Federal Reserve è proprio la
stabilità dei prezzi.
Le aspettative di
inflazione sono attentamente monitorate perché possono influenzare le spese
correnti dei consumatori. Ecco perché:
·
Se ci attende
un’inflazione del +10% per l’anno prossimo, è plausibile che i consumatori
aumenteranno la loro domanda e quindi le spese per acquistare prodotti che
probabilmente costeranno di più l’anno successivo
·
Al
contrario, se si prevede un’inflazione del +0.5%, è probabile che i consumatori
posticiperanno alcune spese che costeranno meno l’anno seguente
Nel primo scenario, un
aumento delle aspettative di inflazione porterà ad un aumento del tasso di
inflazione effettivo a causa dell’aumento della domanda di beni e servizi. Nel
secondo scenario, ci sarà una diminuzione, che potrebbe essere uno dei fattori
scatenanti di una deflazione.
Ecco perché un calo
così significativo delle aspettative di inflazione, al 3.1%, deve essere
attentamente monitorato. C’è, tuttavia, un altro motivo importante: le
aspettative dei consumatori possono influenzare direttamente le decisioni di
investimento degli investitori.
Facciamo un esempio: come
illustrato nel grafico seguente, esiste una correlazione positiva tra le
aspettative di inflazione e l’indice TIP/IEF (quest’ultimo è un altro indice di
sentiment degli investitori che ho discusso nel mio libro “Investire in
obbligazioni for dummies”).
La correlazione positiva tra
TIP/IEF e aspettative di inflazione dei consumatori. Grafico mensile
·
Quando le
aspettative di inflazione crescono, le obbligazioni indicizzate all’indice dei
prezzi al consumo (ETF TIP) tendono a sovraperformare quelle non indicizzate
con una duration simile (ETF IEF)
·
Al
contrario, quando le aspettative di inflazione calano, è l’ETF IEF a sovraperformare
l’ETF TIP
Questo fenomeno non è
casuale, ma un riflesso delle dinamiche del mercato.
Spero che queste
informazioni vi offrano nuovi spunti di riflessione. Ricordate, tuttavia, che
questo “indicatore anticipatore” che ho presentato oggi non è infallibile. Non
dovreste aspettarvi che ogni sua lettura anticipi ogni variazione successiva
dell’indice dei prezzi al consumo. Un’altra insidia che presenta è la sua
volatilità, che è notevolmente superiore rispetto al tasso di inflazione
tradizionale.
Alla prossima!
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