WALL STREET: QUELLO CHE REALMENTE DOVREBBE FAR RIFLETTERE
Buongiorno a tutti. Vi siete chiesti negli ultimi
giorni cosa dovrebbe veramente farci riflettere? Potrebbe essere il prezzo del
Nasdaq che scende sotto la soglia dei 16200$? O i rendimenti obbligazionari che
raggiungono il 5%? Questa analisi mira a rispondere a queste domande,
esaminando vari argomenti:
·
Le performance del Nasdaq
·
Il crollo delle microcap
·
Le differenze tra le microcap e
le small cap
·
L’S&P500 equal weigh
Ho anche preparato un video per approfondire
l’analisi. Lo troverete alla fine di questa pagina. Buona lettura a tutti!
1. LE PRESTAZIONI DEL NASDAQ
La figura seguente illustra un’analisi tecnica dell’indice
Nasdaq. Dopo aver raggiunto un picco di 16.000 dollari il 19 luglio, l’indice
azionario ha mostrato segni di debolezza. Da allora, il prezzo ha registrato
massimi progressivamente decrescenti e minimi che, ogni volta che raggiungevano
il supporto critico di 14.600 dollari, venivano respinti verso l’alto. Questa
tendenza ha portato alla formazione di un triangolo discendente, figura tecnica
ribassista. La base del triangolo, coincidente con i 14.600 dollari, è stata
infranta al ribasso il 25 ottobre. Dal 19 luglio, il Nasdaq ha perso oltre il
10% del suo valore.
Analisi tecnica Nasdaq.
Grafico giornaliero
È motivo di preoccupazione il breakout della struttura
critica di 14600 dollari, al di sotto della quale il prezzo potrebbe scendere
ulteriormente? La risposta è semplice: il prezzo è attualmente in fase di
ritracciamento. Per essere più precisi, se tracciamo il ritracciamento di
Fibonacci dal minimo del bear market del 2022 (13 ottobre) ai massimi del 19
luglio 2023, notiamo che il prezzo non ha nemmeno toccato il livello del 38.2%.
Considerando che un prezzo, per essere definito in fase di ritracciamento, deve
tipicamente rimanere al di sopra del livello del 61.8%, si può concludere che
le recenti prestazioni deludenti del Nasdaq non dovrebbero destare
preoccupazione. È importante ricordare che i mercati non salgono sempre, ma
fortunatamente ritracciano. Tutto ciò è osservabile nel grafico seguente.
Il Nasdaq si trova in una fase di ritracciamento. Grafico giornaliero
2. LE PESSIME PRESTAZIONI DELLE SOCIETA’ A MICRO
CAPITALIZZAZIONE
Ciò che dovrebbe destare preoccupazione sono le prestazioni
delle società a micro-capitalizzazione. Queste possono essere analizzate
attraverso l’indice rappresentato dall’ETF iShares Micro-Cap, come mostrato nel
grafico seguente. Dal 1° agosto, le prestazioni sono state estremamente
negative, con una perdita di oltre il 20%. Il 2 ottobre, c’è stato un breakout
del supporto a 99 dollari. Come previsto dai libri di analisi tecnica, c’è
stato un re-test della resistenza seguito da un impulso ribassista.
Analisi tecnica ETF “IWC”.
Grafico giornaliero
La situazione sembra ancora più grave se si considera un
periodo di tempo più lungo. Infatti, su un timeframe settimanale, si può
quantificare che la perdita totale dal picco raggiunto l’8 novembre 2021 è
stata di oltre il 40%. Se il prezzo dovesse continuare a scendere, la prossima
struttura significativa che potrebbe incontrare sarebbe il minimo registrato
durante il crollo del mercato dovuto al COVID-19 nel 2020.
Analisi tecnica ETF “IWC”.
Grafico settimanale
3. MICRO-CAP E MACROECONOMIA
Perché dovremmo preoccuparci del crollo delle società a
micro-capitalizzazione? La risposta si trova nelle tre grafiche seguenti.
Queste società di piccolissime dimensioni sono fortemente influenzate
dall’andamento economico. Di conseguenza, mostrano una correlazione positiva
con indicatori macroeconomici fondamentali come la fiducia dei consumatori e i
due indici dei direttori degli acquisti (PMI), quello manifatturiero e quello
dei servizi.
La correlazione positiva tra
micro-cap e fiducia dei consumatori. Grafico mensile
La correlazione positiva tra
micro-cap e PMI manifatturiero. Grafico mensile
La correlazione positiva tra
micro-cap e PMI sui servizi. Grafico mensile
Le correlazioni positive osservate si spiegano facilmente:
·
Le società a micro-capitalizzazione, essendo le
più ‘piccole’ della classe, presentano dimensioni ridotte. La loro attività
commerciale è solitamente concentrata a livello nazionale o regionale,
rendendole fortemente dipendenti dalla domanda dei consumatori e quindi molto
sensibili alle condizioni economiche statunitensi (queste sono le cosiddette
società cicliche)
Molti potrebbero chiedersi perché non ho menzionato il
Russell 2000, noto come l’indice azionario statunitense più strettamente legato
all’economia americana. Come illustrato nella figura seguente, le società a
micro-capitalizzazione tendono ad avere una correlazione positiva più forte con
i due PMI rispetto alle società del Russell, le cosiddette small cap.
Le diverse correlazioni
delle micro e small cap con i due PMI statunitensi
È importante notare che un settore (o indice)
ciclico tende ad avere una volatilità maggiore rispetto a uno meno ciclico; più
un settore è ciclico, maggiori saranno le fluttuazioni dei suoi utili nel
tempo. Di conseguenza, le società cicliche sono più volatili poiché sono più
rischiose. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che, nel lungo termine, la forza
di un settore è direttamente proporzionale alla sua capacità di generare utili.
La maggiore ciclicità delle microcap rispetto al
Russell 2000 è evidenziata, ad esempio, nei due grafici seguenti: con l’aumento
dell’intensità economica (e quindi dei due PMI), le microcap, essendo più
rischiose, volatili e cicliche delle small cap, tendono a registrare
performance migliori. Al contrario, quando l’intensità economica diminuisce, la
performance delle microcap peggiora.
La correlazione positiva tra
PMI manifatturiero e indice di forza IWC/RUT. Grafico mensile
La correlazione positiva tra
PMI sui servizi e indice di forza IWC/RUT. Grafico mensile
4. ATTENZIONE!
Forse dovremmo chiederci non tanto perché il Nasdaq
o l’S&P500 stiano scendendo, ma perché le microcap stiano subendo vendite
dalla fine del 2021. Potrebbe essere (e sottolineo, potrebbe) che gli
investitori stiano anticipando un inizio del 2024 piuttosto cupo. Dopotutto,
con tassi d’interesse al 5.25% e rendimenti obbligazionari a lungo termine
superiori al 5%, non c’è molto da essere ottimisti. E attenzione a non
commettere l’errore di monitorare solo l’S&P500, per un motivo molto
semplice: se si considera l’indice equi pesato, esso registra performance
negative dall’inizio dell’anno.
L’S&P500 Equal Weight,
da inizio anno, registra una performance negativa del -4.6%. Grafico
giornaliero
E voi, cosa ne pensate di tutto questo?
A presto!
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