PROSPETTIVE MERCATI EMERGENTI: TRE INDICATORI DA SEGUIRE PER CREARSI DEI VANTAGGI

 

Quali sono le prospettive attuali per i mercati emergenti? Rappresentano un’opportunità per il medio termine?

Buongiorno. L’analisi si concentrerà sui mercati emergenti, esaminati da una prospettiva macroeconomica e intermarket, utilizzando l’ETF iShares MSCI Emerging Markets e altri indicatori chiave, tra i quali:

·        PMI composito globale

·        Dollaro americano

·        Indice di sentiment economico SPHB/SPLV

·        Spread obbligazionario ad alto rendimento dei mercati emergenti

L’analisi sarà più breve rispetto alle solite pubblicazioni. Se desiderate approfondire ulteriormente questi argomenti, vi consiglio di guardare il video correlato all’analisi, disponibile nella parte inferiore della pagina.

Buona lettura e visione.

1. ANALISI TECNICA “EEM”

La figura successiva ha lo scopo di analizzare dal punto di vista tecnico il prezzo dell’ETF “EEM”, che mira a replicare i risultati di investimento di un indice composto da azioni di società dei mercati emergenti a grande e media capitalizzazione.

Analisi tecnica iShares MSCI Emerging Markets. Grafico giornaliero


Il prezzo, dopo aver toccato il minimo del mercato ribassista raggiunto a fine ottobre 2022, ha registrato un significativo impulso rialzista che si è concluso il 26 gennaio del 2023; da quella data in poi, tuttavia, esso ha mostrato segni di debolezza:

·        Le strutture di prezzo più significative includono una resistenza dinamica ribassista, testata due volte (fine gennaio e fine luglio), e il supporto situato a 37.5$/36.5$

La figura di analisi tecnica caratterizzata da una resistenza dinamica ribassista e un supporto statico è comunemente nota come “triangolo discendente” che effettivamente indica una debolezza del prezzo; quest’ultima si è accentuata a partire dall’ultimo massimo del 31 luglio, portando ad una performance negativa del -11.4% da quel giorno in avanti.

Le performance negative dell’ETF “EEM” a partire dal 31 luglio 2023. Grafico a 3 ore


A scopo informativo rilascio le successive due grafiche che mostrano i principali componenti dell’ETF, l’esposizione settoriale e quella geografica.

Le partecipazioni dell’ETF. Fonte: iShares


Esposizione settoriale e geografica dell’ETF. Fonte: iShares


2. I FATTORI CHE INFLUENZANO I MERCATI EMERGENTI

Prima di acquistare (o vendere) un asset finanziario è necessario sapere (e poi capire) quali sono le dinamiche che vanno ad influenzarlo.

Per quanto riguarda i mercati emergenti, le due più importanti sono:

·        L’intensità economica

·        Il dollaro americano

Le dinamiche sopra descritte sono confermate dalle due grafiche successive:

·        La correlazione diretta EEM – PMI composito globale

·        La correlazione inversa EEM – indice del dollaro americano

La correlazione positiva tra mercati azionari dei Paesi emergenti e PMI composito globale, che tiene conto dei settori manifatturiero e dei servizi. Grafico mensile


La correlazione negativa tra mercati azionari dei Paesi emergenti e indice del dollaro americano. Grafico settimanale


Le due grafiche precedenti sottintendono che i mercati azionari dei Paesi emergenti realizzano buone performance al crescere dell’intensità economica e all’indebolirsi del dollaro americano.

Perché? I motivi sono presto spiegati.

Lato economia:

·        Durante i periodi di crescita economica si verificano sentiment positivi tra i consumatori, che si traducono in una maggior domanda per beni e servizi. L’aumento delle vendite da parte delle società si traduce in utili in crescita e, di conseguenza, in buone performance nei mercati azionari

Lato dollaro americano:

·        Una caratteristica comune della maggior parte delle valute emergenti è la loro elevata volatilità rispetto alle valute delle principali potenze economiche mondiali. Le società, come gli Stati, ricorrono a diversi mezzi per ottenere fondi, tra i quali l’emissione di obbligazioni. Tuttavia, per i Paesi emergenti, non è sempre facile reperire denaro attraverso l’emissione di debito denominato nella loro valuta locale poiché potenziali obbligazionisti potrebbero essere riluttanti a sopportare un rischio di cambio elevato; quest’ultimo rischio afferma che:

 

“Quanto più la valuta nella quale è denominato un bond si deprezza rispetto alla valuta detenuta dal creditore, tanto più il rischio di cambio è alto”

 

È così che i Paesi emergenti, insieme alle loro società, emettono obbligazioni in valuta estera (o valuta forte) per assumersi il rischio di cambio, rendendo così il debito più attraente per i mercati.

Tuttavia, sorge un problema nell’emissione in valuta estera quando quella valuta stessa (la valuta forte) inizia a rafforzarsi rispetto alla valuta emergente. In questo caso, per pagare gli interessi, sarà necessario utilizzare una maggiore quantità di denaro a causa della svalutazione. Questo significa che il debito diventa più oneroso da rimborsare in termini di valuta locale.

Ho trattato questi e tanti altri argomenti all’interno del mio libro, Investire in obbligazioni for dummies (Hoepli, settembre 2023)

È interessante notare un aspetto importante: come mostrato nella grafica successiva, il dollaro americano tende ad indebolirsi al crescere dell’intensità economica.

Il dollaro e il PMI composito globale sono legati da una correlazione inversa. Grafico mensile


3. I GRAFICI CHE INFLUENZANO I MERCATI EMERGENTI

Per creare i grafici da seguire per ottenere un vantaggio sui mercati emergenti è necessario rappresentare graficamente le informazioni contenute nel paragrafo precedente, sviluppando degli indicatori a cadenza giornaliera. Mentre l’indice del dollaro americano fornisce risultati giornalieri, il PMI composito globale viene comunicato mensilmente. Per risolvere questo problema, è necessario creare un indice “a cadenza giornaliera” che sia correlato positivamente al dato macroeconomico stesso. Tale indice è rappresentato da SPHB/SPLV, che misura la forza relativa tra l’ETF delle società dell’S&P500 ad alta volatilità (SPHB) e l’ETF delle società dello stesso benchmark a bassa volatilità (SPLV). Non tratterò dettagliatamente questo indice in questo contesto; per ulteriori informazioni, è possibile consultare una descrizione all’interno di altre analisi da me scritte; una di queste al link:

·        https://macrotradingfinance.blogspot.com/2023/09/strategia-di-investimento-arm-i-grafici.html

Calcoliamo ora la correlazione tra SPHB/SPLV e PMI composito globale:

La correlazione positiva tra SPHB/SPLV e PMI composito globale. Grafico mensile


Essa è fortemente positiva. In breve:

·        Durante una crescita economica, le società ad alta volatilità tendono a sovraperformare quelle a bassa volatilità, mentre durante un rallentamento economico si verifica il contrario

Avendo costruito l’indice a cadenza giornaliera, passiamo allo step successivo: che prestazioni realizza l’ETF “EEM” quando si verificano ribassi del dollaro e rialzi dell’indice? Osserviamolo nella figura successiva:

I contesti nei quali le azioni delle società dei Paesi emergenti registrano buone prestazioni. Grafico settimanale


In quei particolari contesti, indicati all’interno della figura dai rettangoli di color verde, sono sempre positive. Per questo motivo, dollaro americano e SPHB/SPLV sono degli “indicatori” da conoscere se si vuole investire sui mercati emergenti. Questi ultimi, ad oggi, rappresentano un’opportunità? Per rispondere alla domanda in modo soggettivo (non è un consiglio finanziario), si osservi la figura successiva:

Gli indicatori e le correlazioni da seguire. Grafico giornaliero


L’indice relativo ai settori ad alta e bassa volatilità mostra un trend ribassista, mentre il dollaro americano sta registrando un trend rialzista. A causa delle forti correlazioni osservate, la mia visione attuale sull’ETF “EEM” è short. Cambierò idea solo nel caso in cui le condizioni economiche subiscano un cambiamento significativo.

 

4. LO SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO DEI MERCATI EMERGENTI

Ci tengo a fornirvi un ulteriore strumento di studio: lo spread obbligazionario ad alto rendimento dei mercati emergenti.

Lo spread obbligazionario ad alto rendimento dei Paesi emergenti. Grafico settimanale

Esso è il risultato di una sottrazione (spread) tra i rendimenti di obbligazioni societarie dei mercati emergenti ad alto grado di rischio (high yield, o junk bonds) e i rendimenti dei titoli di stato americani (considerati privi di rischio).

SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO DEI MERCATI EMERGENTI = RENDIMENTI DEI BOND SOCIETARI HIGH YIELD EMERGENTI – RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO USA

Nella sua costruzione è simile allo spread obbligazionario ad alto rendimento statunitense, descritto in maniera approfondita nell’analisi al link:

·        https://macrotradingfinance.blogspot.com/2023/08/lo-spread-obbligazionario-ad-alto.html

Gli spread obbligazionari sono utilizzati per misurare il rischio di credito delle società appartenenti ad una determinata classe di rating:

·        Il rischio aumenta all’espandersi dello spread

·        Il rischio diminuisce nel caso opposto

La figura successiva mostra come il rischio sia legato all’intensità economica.

La correlazione inversa tra spread obbligazionario ad alto rendimento dei mercati emergenti e PMI composito globale. Grafico mensile


La chiave di lettura della figura è la seguente:

·        Durante i periodi di crescita economica le società tendono a registrare maggiori vendite, il che si traduce in utili in crescita. La presenza di maggior liquidità disponibile riduce il rischio di default, in quanto le società hanno la capacità di pagare gli interessi sul debito senza troppi problemi

·        In un periodo di rallentamento economico accade l’opposto: una minore liquidità disponibile può causare difficoltà nel ripagare i debiti, aumentando di fatto la probabilità di insolvenza

Contestualizzando lo spread con i due indicatori, possiamo ottenere ulteriori informazioni:

·     Il rischio di default non è unicamente correlato all’intensità economica, ma anche alle prestazioni del dollaro americano. La figura seguente dimostra che un indebolimento del dollaro può effettivamente ridurre il rischio di default delle società emergenti (queste ultime avranno un onere sul debito inferiore perché sarà meno costoso ripagare gli interessi in termini di valuta locale) 

La probabilità di default delle società dei Paesi emergenti diminuisce al crescere dell’intensità economica e all’indebolirsi del dollaro americano. Grafico settimanale


Per i motivi discussi, lo spread high yield rappresenta il terzo indicatore da seguire se si vuole investire con successo nei mercati emergenti.

Risponderò alle vostre domande (qualora ci fossero dei dubbi) nella sezione commenti. Un saluto, a presto.








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