IL RUOLO DELL’ORO E DEL SUO INDICE DI VOLATILITA’ NEL CONFLITTO ISRAELE-HAMAS
Buongiorno. Questa analisi mira a comprendere per quanto
tempo gli investitori continueranno a risentire dell’effetto del conflitto tra
Israele e Hamas. Per farlo, si possono osservare diversi grafici, tra i quali quelli
dell’oro e del suo indice di volatilità: il GVZ.
L’analisi affronta i seguenti argomenti:
·
Le ragioni per le quali i conflitti creano
sfiducia tra consumatori, aziende e investitori
·
Un’analisi dei mercati azionario,
obbligazionario e valutario israeliani
·
Il ruolo dell’oro in questo contesto
·
Come sfruttare l’indice di volatilità dell’oro, il
GVZ
Se alcuni concetti non sono chiari o se desiderate
approfondire gli argomenti trattati, vi suggerisco di guardare il video che
trovate alla fine della pagina. Buona lettura!
1. I CONFLITTI CREANO SFIDUCIA TRA I CONSUMATORI, IMPRESE
E INVESTITORI
Come è ormai noto, il 7 ottobre scorso è
stato segnato dal conflitto tra Hamas e Israele. Questo conflitto, come
suggerisce il titolo, non produce solo vittime (1400 israeliani e oltre 4000
palestinesi secondo i dati attuali), ma genera anche panico, incertezza e
sfiducia tra gli attori chiave dell’economia: consumatori, imprese e
investitori. Le tensioni sono alimentate dalla possibilità di un’escalation che
coinvolga altri Paesi, tra cui l’Iran.
Perché un conflitto genera queste emozioni
negative? Ecco alcuni motivi:
·
Un conflitto crea
un’alta incertezza per il futuro tra i consumatori, specialmente in caso di
escalation. Di conseguenza, potrebbero essere riluttanti a spendere denaro (chi
comprerebbe una nuova auto o una nuova abitazione se il proprio Paese fosse
costantemente sotto attacco?).
·
Più ampio è un
conflitto, più un Paese ne risente economicamente. Si immagini se le industrie
e le infrastrutture fossero devastate: ci sarebbe una forte riduzione della
produzione industriale e un aumento significativo della disoccupazione, con
conseguente diminuzione della fiducia dei consumatori e delle imprese.
·
Se le spese, gli
investimenti e i profitti delle imprese fossero bassi, gli investitori si
sentirebbero sicuramente sfiduciati. È noto che sono sempre alla ricerca delle
migliori opportunità di mercato, cosa che un Paese in conflitto non offre.
È importante ricordare che, come mostrano
le grafiche successive, la fiducia delle imprese e dei consumatori sono due
indicatori macroeconomici che si influenzano a vicenda e che successivamente
impattano sull’intensità economica (PIL).
La correlazione positiva tra
fiducia dei consumatori e fiducia delle imprese. Grafico mensile
La correlazione positiva tra
fiducia delle imprese e PIL israeliano a/a. Grafico mensile
Al momento, non siamo in grado di quantificare l’impatto del
conflitto sul sentiment di imprese e consumatori (aspetteremo i dati del
prossimo mese). Tuttavia, possiamo analizzare i mercati finanziari israeliani
per comprendere il sentiment degli investitori.
2. IL SENTIMENT DEGLI INVESTITORI: MERCATO AZIONARIO,
OBBLIGAZIONARIO E VALUTARIO
Un conflitto solitamente agisce come catalizzatore per una
fuga di capitali dalle principali classi di asset del Paese (o dei Paesi)
coinvolto. Questa dinamica si manifesta con un mercato azionario e
obbligazionario fortemente venduti, che porta a un clima ribassista e a un
aumento repentino dei rendimenti, e con un forte deprezzamento della valuta
locale.
Prendiamo come esempio Israele. Se osserviamo l’ETF iShares
MSCI Israel, che replica il movimento di un indice composto da azioni di
società israeliane, notiamo che dal 7 ottobre ha registrato un crollo di oltre
14 punti percentuali.
Il crollo dell’ETF iShares
MSCI Israel ETF. Grafico giornaliero
Questa prestazione negativa è stata accompagnata da un
crollo del settore bancario, come evidenziato dalle prestazioni dei titoli Bank
Leumi, Bank Hapoalim e Israel Discount Bank.
Il titolo Bank Leumi, dal 7
ottobre, ha registrato un crollo di 20 punti percentuali. Grafico giornaliero
Il titolo Bank Hapoalim, dal
7 ottobre, ha registrato un crollo di oltre 16 punti percentuali. Grafico
giornaliero
Il titolo Israel Discount
Bank, dal 7 ottobre, ha registrato un crollo di oltre 19 punti percentuali.
Grafico giornaliero
Il crollo dei titoli bancari non sorprende, poiché
generalmente sono uno dei settori più colpiti in caso di sell-off causato da un
conflitto. Questo perché in un clima di panico si verificano le cosiddette
“corse agli sportelli”, con i consumatori che temono la perdita dei loro
risparmi nei depositi bancari. Se le banche non avessero sufficiente liquidità
per soddisfare le richieste di prelievo, potrebbero dichiarare default.
Inoltre, le banche investono denaro in titoli per generare rendimenti: se i
mercati finanziari subiscono un sell-off, i titoli si deprezzano fortemente,
causando potenziali perdite sui bilanci degli istituiti bancari stessi.
Osservando nella grafica
successiva il rendimento del decennale israeliano e il tasso di cambio ILS/USD,
notiamo che il rendimento del titolo di stato ha prima registrato una grande
candela rialzista, per poi ritracciare nelle sedute successive; le ultime
sedute hanno visto un rinnovato aumento del rendimento. Il tasso di cambio ha
perso poco più del 5%.
Il rendimento del decennale israeliano (a sinistra) e il tasso di cambio ILS/USD a destra. Grafici giornalieri
Dall’osservazione delle tre principali classi di asset,
possiamo concludere che sì, c’è stata una fuga di capitali, sebbene di entità
limitata. Per parlare di una fuga di capitali su larga scala, mi sarei
aspettato un crollo molto più significativo sia del mercato obbligazionario che
della valuta locale. Un esempio emblematico è quello della Russia nell’anno
precedente: in poche sessioni, l’indice MOEX 10 ha perso oltre il 52% del suo
valore, il tasso di cambio USDRUB si è apprezzato di 85 punti percentuali e il
rendimento del decennale è balzato dal 9.8% al 19.9%. Questo scenario
rappresenta una vera e propria tempesta perfetta per l’economia di un Paese.
Il crollo del MOEX nei primi
giorni del conflitto Russia-Ucraina. Grafico giornaliero
Il crollo del rublo contro
il dollaro americano nei primi giorni del conflitto Russia-Ucraina. Grafico
giornaliero
L’aumento repentino del
rendimento del decennale russo nei primi giorni del conflitto Russia-Ucraina.
Grafico giornaliero
3. IL RUOLO DELL’ORO E LA GRANDE IMPORTANZA DEL SUO
INDICE DI VOLATILITA’: IL GVX
Il recente conflitto ha innescato un aumento improvviso del
prezzo dell’oro, che ha registrato un incremento del 9% in poche sedute,
passando da 1845$ a 2000$.
Le prestazioni dell’oro
aggiornate a lunedì 23 ottobre. Grafico giornaliero
L’aumento del prezzo dell’oro non dovrebbe sorprendere,
essendo un bene rifugio che tende ad apprezzarsi durante periodi di instabilità
economica e geopolitica.
Da sempre, l’oro ha un rapporto inverso con i rendimenti
reali dei titoli decennali americani. Tuttavia, questa correlazione negativa,
come mostrato nella figura successiva, è svanita nelle ultime 20 sedute.
La correlazione negativa tra
oro e tassi reali decennali. Grafico giornaliero
Questo solleva una questione: perché l’oro si è apprezzato
così tanto, nonostante non ci sia stata una significativa fuga di capitali da
Israele? Una possibile spiegazione potrebbe essere legata al prezzo del
petrolio e alla sua potenziale crescita, dato che la regione interessata dal
conflitto è tra le più importanti per la produzione di questa materia prima.
Ricordiamo che l’aumento del prezzo del petrolio catalizza un aumento
dell’inflazione e potenziali rialzi dei tassi di interesse, che a loro volta
porterebbero a una probabilità di recessione più alta.
Tuttavia, quello che dovrebbe sorprendere non è tanto il
prezzo dell’oro, quanto l’ansia con cui gli investitori lo hanno acquistato.
Questo può essere osservato guardando l’indice di volatilità dell’oro, il Gold
Volatility Index.
Il gold volatility index.
Grafico giornaliero
Dallo scoppio del conflitto fino alla seduta del 23 ottobre,
l’indice di volatilità ha registrato un salto di quasi 32 punti percentuali.
Questo evidenzia la forte tensione dei mercati e sembra indicare una corsa
all’oro.
Non sempre gli acquisti di oro sono accompagnati da un
aumento della tensione degli investitori; infatti, nel 2020, i suoi massimi
storici non erano stati accompagnati da un aumento della volatilità!
Non sempre un apprezzamento
dell’oro è accompagnato da un aumento della volatilità. Grafico giornaliero
Quindi, per quanto tempo i mercati continueranno a scontare
questo conflitto? Probabilmente fino a quando l’indice di volatilità GVX
rimarrà elevato; potremmo notare un cambiamento di sentiment quando inizierà a
scendere.
In una situazione di “risk off”, come un conflitto, la
situazione può essere vista metaforicamente così: si verifica un evento avverso
e gli investitori cercano rifugio acquistando oro. Ma quanto hanno realmente
paura dell’evento? Guardate l’indice di volatilità: più è alto e più gli
investitori considerano “grave” l’evento.
A presto!
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