S&P500 STOCKS ABOVE 50-DAY AVERAGE: COME VALUTARE LA REALE SALUTE DELLE SOCIETÀ
Qual è la reale forza del mercato azionario americano?
Buongiorno a tutti, in questa analisi andrò a condividere un
interessante indicatore capace di esplicitare la reale forza del mercato
azionario americano o, se preferite, dell’S&P500.
Molti di voi si chiederanno:
“Scusa, non
basterebbe osservare l’andamento dell’S&P500, il benchmark di riferimento”?
Ebbene…buona lettura.
1. I SEGNALI DISCORDANTI DELLO SPY
Nella seduta di venerdì 9 giugno l’S&P500 riesce a
raggiungere i massimi del 16 agosto 2022, entrand ufficialmente in “bull
market”; dal 13 ottobre del 2022, infatti, il benchmark azionario riesce a
realizzare una performance positiva di oltre 20 punti percentuali.
Questo è ben rappresentato nella figura seguente, dove viene
condiviso il famoso ETF “SPY” che, come tanti di voi sapranno, mira a replicare
le prestazioni dello Standard and Poor.
·
Apple: 7.39%
·
Microsoft: 6.72%
·
Amazon: 3.02%
·
Nvidia: 2.58%
·
Alphabet: 3.82%
·
Berkshire Hathaway: 1.69%
·
Tesla: 1.69%
·
Meta: 1.64%
·
UnitedHealth: 1.26%
Il peso totale di queste società all’interno del benchmark è
pari al 29,81%. Fa riflettere il fatto che Apple e Microsoft rappresentano il
14.11% del totale. È importante questa informazione?
·
La percentuale in peso di un componente
all’interno di un ETF rappresenta l’influenza che lo stesso esercita
sull’andamento generale di un indice; quanto più alto sarà il peso di una
società in un paniere di azioni, tanto più la stessa sarà capace di
catalizzare, più di altre, il movimento di un ETF
Possiamo quindi affermare come le prestazioni di Apple e
Microsoft siano più responsabili del movimento di SPY di quanto lo siano Tesla
e Meta.
Il fatto che un ETF sia “sbilanciato” rappresenta un
problema. Quale? Lo stesso potrebbe lanciare dei segnali “discordanti”.
Poniamo il caso in maniera estremamente semplice:
·
Se le prime 9 società del paniere sono
fortemente rialziste mentre le restanti sono neutrali, l’S&P500 mostrerà
una tendenza rialzista
Avremmo dunque un falso segnale! Nonostante lo SPY si
mantenga in “forte salute”, non tutti i suoi componenti saranno altrettanto “sani”.
Un ulteriore “problema” deriva dalla ponderazione
percentuale degli 11 diversi settori all’interno dell’ETF stesso; infatti,
osservando la grafica successiva, è possibile osservare come il benchmark sia composto
principalmente da società del settore tech (il 27.5%) e pochissimo dai settori
immobiliare e dei materiali (4.92%) che, come molti di voi sapranno, sono
fortemente ciclici.
Sarebbe dunque di fondamentale importanza avere un
indicatore capace di esplicitare l’effettiva forza di tutte le società dell’S&P500.
Esiste un indicatore di questo tipo?
2. S&P 500 STOCKS ABOVE 50-DAY AVERAGE
Ecco l’indicatore con quel tipo di funzionalità,
rappresentato nella figura seguente: l’S&P500 STOCKS ABOVE 50-DAY AVERAGE.
L’indicatore riporta la percentuale di società all’interno
del benchmark che si trovano al di sopra della loro media mobile a 50 periodi. Per
questo motivo, lo stesso varia all’interno di un range compreso tra 100 e 0.
Esso ricopre una grande importanza per un semplice motivo:
·
Uno dei diversi modi per valutare la forza del
trend di una particolare società X è l’applicazione di una media mobile a 50
periodi al suo prezzo; quando quest’ultimo si ritrova al di sopra di essa
fornisce un segnale di forza del trend; viceversa, di debolezza
Possiamo considerare l’indicatore come un indice di
sentiment poiché lo stesso mostra una correlazione inversa con il VIX, l’indice
di paura dell’S&P500:
·
Al salire delle paure e delle incertezze degli
investitori salirà il VIX e, vista la correlazione inversa, un numero X di
società dell’S&P500 scenderà al di sotto della media mobile a 50 periodi
·
Al salire del sentiment del risk on, scenderà il
VIX e, al contrario, saliranno una quantità di società X al di sopra della
stessa “moving average”
Diamo uno sguardo ad oggi:
Solo il 54.98% delle 500 società dell’S&P si ritrovano sopra
la 50-day moving average. È possibile addentrarci ancora più nello specifico:
Dal 30 novembre 2022 una quantità sempre maggiore di società
registra “debolezza”; in quella data, 462 delle 500 totali mostravano un’impostazione
rialzista, mentre oggi una quantità di 275.
La prima figura dell’analisi ha mostrato come lo SPY sia
nuovamente giunto ai massimi registrati nel precedente 16 agosto 2022; questo,
però, non è avvenuto per l’indicatore:
Questo è da interpretare come un segnale di divergenza:
·
Le società “con forza” il 16 agosto erano molto
più numerose di quelle di oggi (91.84% contro il 54.98%)
Ed ecco il segnale di divergenza: indicatore ribassista ed
S&P500 rialzista. Questo è il segnale di “discordanza” citato qualche riga
fa:
Possiamo dunque concludere affermando che il risk-on che ha
accompagnato lo SPY ai massimi relativi di venerdì 9 non è stato tanto “forte”
quanto lo era stato quello del 16 agosto 2022; la mancanza di forza è
rappresentata da tutte quelle società che, stavolta, non hanno spinto al
rialzo.
È un segnale di un possibile crollo dei mercati finanziari?
No!
È semplicemente un indicatore utile a stabilire la salute di
una tendenza, rialzista o ribassista che sia.
Ricordate:
·
Quante più società spingeranno al rialzo un benchmark,
tanto più la tendenza dello stesso potrà essere considerare “forte” e “affidabile”
Sarà interessante riesaminare l’indicatore dopo la comunicazione del dato sull’inflazione americana (di martedì 13) e sulla decisione riguardante i tassi di interesse (del giorno dopo).
Tutto ciò trattato nell’analisi ha riguardato l’S&P500. È possibile utilizzare lo stesso approccio per ognuno degli 11 settori che compongono lo stesso?
Il video che potete visualizzare in basso alla pagina ha
proprio quell’obiettivo: è da considerarsi la “seconda parte” di questa
analisi.
Per qualsiasi domanda commentate pure.
Qualora ci fossero dei dubbi sull'analisi vi raccomando di rilasciare un commento, buona giornata!
Commenti
Posta un commento